Sicurezza stradale
La barriera mediana del New Jersey è uno dei sistemi di sicurezza stradale in calcestruzzo più diffusi al mondo, progettato per ridurre la gravità degli incidenti stradali, impedire i salti di carreggiata e ridirigere il veicolo in caso di sbandamento.
Ecco un breve excursus sulla sua storia:
Origini
La barriera New Jersey, comunemente conosciuta come "New Jersey barrier", nasce negli Stati Uniti negli anni '50.
Venne sviluppata dal New Jersey Department of Transportation in collaborazione con il Stevens Institute of Technology per migliorare la sicurezza stradale, ed aveva un’altezza di soli 45 cm.
Somigliava ad una parete verticale bassa con un bordo inclinato per ogni lato.
Furono osservati alcuni problemi operativi generati da altezza e forma, quindi successivamente fu cambiata la sagoma e l’altezza fu aumentata a 60 cm, portati poi nel 1959 a 80 cm
L'obiettivo era creare un sistema di separazione delle carreggiate che fosse in grado di ridurre i danni in caso di impatti e di prevenire l'attraversamento del traffico in senso opposto.
Caratteristiche del design
Il design della barriera New Jersey è caratterizzato da una forma trapezoidale con una base larga che si restringe verso l'alto.
Questa particolare configurazione consente, in caso di urto, di deviare i veicoli verso la strada, riducendo il rischio che vengano ribaltati o che attraversino la barriera.
La sua funzione è proprio quella di assorbire l'energia d'urto, minimizzando i danni sia ai veicoli che agli occupanti.
Primi utilizzi
Le prime versioni della barriera furono installate nel 1959 lungo l'autostrada Garden State Parkway e altre strade statali del New Jersey.
Questi primi modelli, in calcestruzzo, si dimostrarono particolarmente efficaci nel ridurre il numero e la gravità degli incidenti, portando a un'adozione diffusa in tutti gli Stati Uniti e successivamente in molti altri Paesi del mondo.
Diffusione internazionale
Con il passare degli anni, il modello della barriera New Jersey è stato adottato in numerosi paesi, specialmente in Europa e in Asia, dove è diventato un riferimento per le infrastrutture stradali.
Nel 1985 il Ministero dei Lavori Pubblici n Italia appaltò lavori di allargamento delle carreggiate autostradali da 2 a 3 corsie.
Per la protezione dello spartitraffico i progettisti scelsero la barriera a profilo "New Jersey" in calcestruzzo, perché si era dimostrata molto più valida rispetto ad altre per i veicoli di tipo europeo, ma l’altezza fu portata, senza cambiare la sequenza delle pendenze, a 100 cm per minimizzare il rischio di scavalcamento.
Questa barriera aveva un duplice scopo:
- proteggere i cantieri di allargamento delle autostrade;
- utilizzo finale nello spartitraffico.
Questa soluzione fu testata dal vero su una pista, appositamente attrezzata, sia con veicoli merci che con autovetture e da essa è poi derivata tutta una famiglia di variazioni, mono e bifilari, per spartitraffico fino ai bordi ponte normali ad ancoraggi duttili e per bordo laterale.
Tutte queste soluzioni, citate in un Catalogo approvato dal Ministero dei Lavori Pubblici Italiano, sono state usate per migliaia di chilometri su autostrade e strade normali urbane ed extraurbane
Tutte le soluzioni erano contraddistinte con il criterio di funzionamento standard di questo tipo di barriera:
Lo spostamento era contrastato o dal peso della barriera con l’attrito del contatto (tra la base della barriera ed il supporto, formato da cordolo in cemento o da asfalto) per le normali soluzioni (nello spartitraffico c’era per certi tipi anche la massa della terra contenuta all’interno) oppure da ancoraggi duttili a rottura con carico prestabilito nel caso di uso sul bordo dei ponti.
Queste soluzioni erano e sono la soluzione più economica, sia per il costo d’istallazione che per la manutenzione nel tempo, che risulta quasi inesistente rispetto a quella delle barriere metalliche.
Da oltre 20 anni vengono effettuati investimenti nei dispositivi di sicurezza passiva per le strade.
Tutti i modelli attualmente in produzione hanno sostenuto un crash test dal vero secondo la norma EN1317, su pista di prova autorizzata.
Evoluzione e varianti
Nel corso del tempo, la barriera New Jersey ha subito modifiche e miglioramenti.
Tra le varianti più comuni si trovano:
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T-Reverse barrier: è un’evoluzione della barriera New Jersey a profilo tradizionale che offre migliori prestazioni soprattutto con l’urto dei veicoli leggeri, pur garantendo la prestazione con gli urti più gravosi;
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F-shape barrier: è una versione modificata della barriera New Jersey, con un profilo leggermente diverso che offre migliori prestazioni negli impatti;
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Trapezoid barrier: è una barriera a profilo trapezio con dimensione di base ridotta e particolarmente usata nella protezione dei bordi laterali delle strade;
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Barriere modulari: costituite da segmenti più corti, facili da installare e rimuovere, utilizzate soprattutto nelle zone di lavori stradali.
Impatto sulla sicurezza stradale
Studi successivi hanno dimostrato che l'uso delle barriere New Jersey, in tutte le sue forme e varianti, ha contribuito significativamente a ridurre la mortalità e la gravità degli incidenti stradali, in particolare quelli frontali e con fuoriuscita di veicoli.
Questo tipo di barriera è diventato lo standard per molte autostrade e strade principali in tutto il mondo.
Conclusione
La barriera New Jersey rappresenta una pietra miliare nella storia della sicurezza stradale.
La sua combinazione di robustezza, capacità di assorbimento degli impatti e facilità di installazione la rende una soluzione ancora oggi largamente utilizzata per proteggere i conducenti in tutto il mondo.